Sega R-360: il cabinato “Definitivo”

Se qualcuno si chiedesse mai quale sia il cabinato più tamarro ed ignorante che sia mai stato concepito, beh io il premio lo assegnerei al Sega R-360.

Negli anni, sicuramente, cabinati pazzeschi, pittoreschi e strani ne sono stati concepiti tantissimi, un esempio di “freak” potrebbe essere il cab di Splatterhouse. Un’altra menzione sicuramente va al cabinato di Dragon’s lair con il doppio schermo, quello per vedere la partita mentre si stava in coda ad aspettare il proprio turno e al cabinato di Mad dog mc cree che aveva “un film” al suo interno.

Ma arriviamo ai cabinati di Sega. Out run sicuramente è il più iconico, con la sua forma ad auto che ancora oggi risveglia la nostalgia della sala giochi in riva al mare, tra profumo di bomboloni caldi e crema solare al cocco, hang on che ci faceva credere di essere un pilota da circuito ma anche i più blasonati Tiger heli ed After Burner.

Ecco, devo partire da lontano, e vero, ma è da qui che inizio a raccontavi la nuova storiella del Blog.

Sicuramente il cabinato di After Burner, vi ha tenuto in compagnia almeno una volta in sala giochi. Sono più che sicuro che ha catturato la vostra attenzione e che di lì a poco vi siete buttati a pilotare l’F14 Tomcat almeno una decina di volte. Pensate che questo cabinato è risultato essere talmente tanto iconico da far vendere a Sega decine e decine di copie del gioco praticamente per ogni piattaforma esistente. Lo si trovava su Ibm, Commodore 64, Dos, Sega Master System, Sega Mega Drive, Nintendo Nes ehm no li forse non c’era. Insomma, prima di Sonic è inevitabile dire che sega era Outrun, Hang on e After Burner. Non ci sono se, non ci sono ma.

Veniamo però a noi.

Il Cabinato di After Burner debutta nel 1987 e sfrutta tutta la potenza della nuova scheda Sega X Board, creata appositamente per il nuovo gioco. Considerata un’espansione della scheda di Out Run (86), la nuova e più potente GPU è in grado di “far ruotare” gli sprite, rendendo una tridimensionalità mai vista prima!

Ma spostiamoci letteralmente sulla forma del cabinato: chi è stato più sfortunato ha potuto apprezzare il gioco su un cabinato che aveva solo la leva e un mimino di estetica rassomigliante ad un caccia, sicuramente la soluzione più consona per chi aveva una sala giochi itinerante (ricordate i “baracconi” e le mitiche sale gioco nelle fiere e nelle sagre di paese??), o chi aveva poco spazio in sala.

I Taikan games

Taikan games (体感ゲーム), che si traduce “sensazioni corporee” o “giochi di esperienza”, è un termine coniato da Sega negli anni ’80 per descrivere la sua gamma di giochi arcade con seduta o cavalcabili. Sega ha prodotto una serie di giochi taikan di grande successo durante il decennio, a partire da Hang-On del 1985 e culminando nei primi anni ’90. Sega era leader di mercato in questo settore, e la maggior parte era stata creata da Yu Suzuki e dalla sua squadra, con il software e l’hardware sviluppati rispettivamente dai reparti di Sega AM2. Per quanto riguarda il software, il team ha migliorato le idee avanzate per la prima volta dal Turbo del 1981 simulando mondi tridimensionali, ridimensionando e ruotando gli sprite 2D a frame rate elevati, mentre l’hardware (almeno nei modelli deluxe) poteva reagire ai movimenti del giocatore, fisicamente spostandosi a sinistra o a destra

Il cabinato invece ha avuto una sua storia ben precisa, che alla fine è un po’ il fulcro dell’articoletto e vale la pena approfondire.

La prima apparizione della macchina da sala un abbozzo di una struttura molto semplice a “a forma di aereo” ma che in gergo tecnico i jappi definiscono “Taikan Games”.

Il Taikan è già di per sé un cabinato abbastanza “ignorante” per gli anni che erano. La seduta che ospitava il giocatore, era in grado di muoversi, analogamente al suo predecessore Out Run, in modo da seguire parzialmente le manovre imposte all’aereo, durante l’esecuzione del gioco.

Tirando due somme, After Burner, diventa un gioco iconico, tanto che nel 1987 è il secondo cabinato con il maggiore incasso nelle sale giochi giapponesi, per poi diventare il leader in classifica l’anno successivo. Che peraltro era il target prefissato da Sega in fase di prototipazione della macchina. Pensate che Yu Suzuki lo ha incluso il cabinato anche in Shenmue.

Il successo è talmente clamorosi che di lì a poco, anzi quasi nell’immediatezza, (uno uscì a luglio e l’altro ad ottobre 87) arriva anche After Burner II, tant’è che spesso si confondono. Sostanzialmente era lo stesso gioco ma includeva nel mobile la funzionalità di poter gestire la velocità dell’aereo con una manetta e, mediante un pulsante, di poter inserire il famosissimo post-bruciatore, (il famoso “After Burner”). Naturalmente aveva anche un paio di scene in più… giusto per aver un qualcosa di diverso a livello software, ma soprattutto arrivava un nuovo cabinato ancora più “ignorante” e semovente: il cabinato Deluxe!

SVILUPPO


Sviluppato dal mitico Yu Suzuki, a capo della sezione sega AM2, affiancato da Satoshi Mifune e Hiroshi Kawaguchi, After Burner viene concepito come il primo blockbuster per sega. Deve incassare tanto e possibilmente più di tutti. Il suo sviluppo inizia nel 86, subito dopo il completamento del cabinato di Out Run. Pensate che il progetto è talmente segreto che viene progettato e costruito all’esterno dell’azienda, all’interno dello studio 128. Suzuki trae ispirazione per il cabinato dal Film di Miazaki “Laputa Castle in the Sky”, pensando ad un impronta steampunk per il videogame. Le cose andarono diversamente però, prendendo come ispirazione Top Gun. Inizialmente si pensava di ambientare il gioco in conflitto a sfondo guerra fredda, soprattutto per vendere di più in occidente, ma alla fine l’idea venne accantonata. Ad ogni modo ci siamo trovati a pilotare un Tomcat. Ultima chicca, After Burner è stato programmato utilizzando un pc 98, questo di fatto rende il gioco come il primo videogioco Sega programmato tramite pc.

Sega, inutile dirlo, cavalca il successo. E ben prima che utilizzasse il famoso Porcospino Blu… spreme il marchio di After Burner. Lo diffonde nel mondo home entertainment e nelle case, come scritto sopra, avremo una vera e propria invasione del titolo. Fu proprio su queste, che il gioco crebbe poi negli anni. Su Mega CD debuttò infatti il mitico After Burner III, giusto anche per ostentare ancora una volta la potenza dei pixel della macchina nera.

ma il pubblico voleva ancora di più! Se nelle case avevamo un buon equilibrio con il titolo, nelle sale arcade questo risultava essere un grande assente. Credo che sia qui che nella mente di Suzuki inizia a concretizzarsi il mitico G-Loc Air Battle.

Ma soprattutto si paventa all’orizzonte l’idea del Taikan “definitivo”!

Passando dal già “pesantissimo”, per non definirlo “ignorantissimo” Galaxy force II; c’è chi vede in lui il predecessore spirituale della macchina grazie a movimenti più ampi della seduta, ma con ancora troppo poco “movimento” al suo interno.

Quindi ì, Yu Suzuki, butta tutta la sua tamarraggine dentro un Cabinato Arcade sparandola alla massima velocità: L’R-360! Presentandolo in quella che è la prima apparizione per i profani, cioè su Sega Vision dell’inverno 90-91, che era sostanzialmete il magazine ufficiale negli States della casa nipponica

R-360 sta per Rotation e stavolta non si tratta di una “simil Testarossa” o di una motocicletta “Honda”, ma di una vera e propria sfera che racchiude al suo interno il giocatore, che lo fa letteralmente roteare durante il gioco. Grazie al nuovo “Servo Drive Movement System” il cabinato è infatti in grado di far “provare al giocatore le medesime sensazioni di un pilota da caccia all’interno del suo jet”, Parola di Yu Suzuki.

Dalle poderose dimensioni di 210 cm di diametro e 240cm di altezza, per un peso pari a 1000 kg e uno schermo da 51 pollici, questo spettacolarissimo e ricercatissimo cabinato viene rilasciato sul finire del 1990 in Giappone e nel 1991 nel resto del mondo. Dedicato solo a particolari attrazioni e spazi commerciali, il game play finisce per essere impostato come una semplice demo a tempo (meno tempo di gioco, più giocatori = più incasso) e dev’essere manovrato tassativamente sotto la supervisione di operatore esterno alla macchina, che monitora il corretto funzionamento, il corretto utilizzo dei dpi ed è pronto ad arrestare la macchina in caso di vomito.

Naturalmente la macchina era anche transennata in modo da evitare che qualche curioso di passaggio venisse “risucchiato” mentre un altro stava giocando.

Il gioco, sebbene convertito ormai a demo, includeva una nuova formula. Infatti, il giocatore, all’avvio della partita poteva scegliere tra gioco ed “esperienza”. Con gioco avrebbe avviato G Loc (avviato… provato), mentre con esperienza si sarebbe abbandonato in una vera a propria demo dimostrativa, che non risparmiava gli stomaci degli avventori.

Si stimano siano state prodotte solo cento unità, anzi Sega mantiene un vero e proprio silenzio in merito a questo dato, ma sappiamo che una apparteneva a Michael Jackson, guardando il catalogo dell’asta julien’s acution di oggetti destinati alla vendita (asta poi ritirata).

Probabilmente derivante dalla passione di Michael per i videogames, oppure come omaggio per il gioco moonwalker, oppure per entrambe le cose (tra l’altro nella stessa asta compare anche un cabinato di Galaxy Force n.d.r.)

Un altro collezionista, tale Kevin Keinert, possiede questa spettacolare macchina, (se volete dare un occhio cliccate qui http://www.gameroomrepair.com/R360/R360.htm) ma soprattutto, è uno dei pochi al mondo competente in materia, tant’è che si è aperto un dibattito sul quanto potesse costare questo macchinario, motivo intrinseco della distribuzione, costi di gestione nonché strettamente legato alle unità costruite e diffuse. Secondo stime si parla di 70,000 sterline nel 91 mentre secondo Kevin il prezzo è oltre 90,000 dollari. Questo ha fatto si, appunto, che non tutte le sale giochi potessero permettersi questo arcade, ma soprattutto che il FUNLAND ARCADE al Trocadero facesse pagare 3 sterline per partita, mentre il prezzo si assestava tra i 3 e i 5 dollari negli States. Inoltre, pare che Sega non fornisse gli schemi del cabinato (sicuramente a causa della complessità della macchina) e che questo fosse soggetto a guasti frequenti, morale: chiamare il tecnico, costoso, o arrangiarsi.

Va da sé che, visto i prezzi sopra citati, visto l’effetto wow che prima o poi si sarebbe esaurito, si pensa ad inserire un nuovo gioco, per fare durare il prodotto, ma soprattutto l’investimento. Stavolta tocca ad un gioco di guida: Rad Mobile (si quello con Sonic appeso allo specchietto retrovisore e come prima apparizione ufficiale del personaggio!) ma questo non vide mai la luce, anzi sì, ma con il classico Taikan cab.

della versione R-360 dobbiamo accontentarci di una apparizione su c+vg del marzo 91

Finalmente, nel 94 arriva un nuovo gioco: Wing War, ma che richiedeva ben 2 R-360 collegati tra di loro, sicuramente un sistema per piazzare le eventuali unità invendute in magazzino, dove, tra l’altro, mancano aggiornamenti a livello estetico dei marquee (a sposare la tesi?). Questo si tramuta in ulteriori soldi per acquistare macchine arcade, ma soprattutto in ulteriore spazio e personale per gestirle. Risultato… un fiasco in classico stile Sega.

Se volete dare un occhio, sempre Kevin ha modificato un cabinato con seduta per essere collegato ad un R-360 ed usa i suoi due bambini come cavia in questo video su YouTube

tutto questo si tramutò nel canto del cigno del sistema R-360, che pian piano negli anni sparì.
A volte si trova / trovava ancora in giro, magari al Trocadero, ma ormai le sue apparizioni sono rare.
Tuttavia, nel 2015, Sega ci riprova con un nuovo cabinato chiamato R-360Z, sfruttando il merchandise di Transformers, ma soprattutto con un cab stavolta a 2 posti (in due si sta male meglio che da soli!)

dopo questo non si hanno più notizie di cabinati della famiglia R-360.

Mi rendo conto, con un parere profondamente personale e di parte, l’R-360 rappresenti la quintessenza del genio di Yu Suzuki dentro un cabinato. Ci saremmo arrivati, con il tempo, con la realtà virtuale, ma non ne sono convinto che lo avremmo fatto nel 91. R-360, merita tanti adepti tant’è che esiste una apposita pagina Facebook dedicata, con immagini e documenti ed esperienze raccolte nel tempo, a scopo di preservare questa bellezza, anche a solo livello mnemonico.

Vi lascio con questo bellissimo video.

Anche questa volta spero di avervi raccontato una bella storia, magari che non conoscevate, o che conoscevate solo in parte.

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CREDITS

video intro after burner
https://www.youtube.com/watch?v=4Ff_UOft4LM

video after burner III
https://www.youtube.com/watch?v=oSMY7w5Vnrc

video trocadero
https://www.youtube.com/watch?v=JfG58ppW_Ps

video wing war
https://www.youtube.com/watch?v=meYx9RuCAQY

video r360z
https://www.youtube.com/watch?v=iJI29j6Odog

tomorrow world
https://www.youtube.com/watch?v=Vv4MOEDVpw8

immagini

afterburner cabinato piccolo
http://reassembler.blogspot.com/2018/08/afterburner-upright-arcade-machine.html

after burner cab grosso
http://www.direman.com/columns/retro_arcade/article.php?comicID=10

after burner II
https://en.wikipedia.org/wiki/Rad_Mobile#/media/File:Sega_Afterburner.jpg

r360 mj
http://www.dragonslairfans.com/forforum/mj/r360_mj.jpg

varie
http://www.gameroomrepair.com/R360/R360.htm

sega vision 90-91
https://archive.org/details/Sega_Visions_Issue_03_Winter_1990-91/page/n41/mode/2up

archive CVG
https://archive.org/details/cvg-magazine-112/page/n95/mode/2up

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CASSAcorporation

CASSAcorporation Gaming, Retrogaming e altro ! Gioco ai videogames da quando sono piccolo, me ne innamorai utlizzando un clone di pong e da allora non ho acora smesso di giocare. Più in là negli anni, e nel tempo libero, ho deciso di scrivere un blog sulla mia passione. Gran parte degli oggetti che vedi fanno parte della mia collezione

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2 Attività

  1. ManuTD ha detto:

    Bellissimo articolo, mi hai fatto venire una voglia disperata di averne uno ahah

    • CASSAcorporation ha detto:

      È il più folle di tutti, ma anche una perla rarissima! C’è una bella community su facebook dedicata a lui,. L’ho inserita nei crediti!

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